Ma quant’è bello visitare Saranda e dintorni con il fuoristrada!
Vi avevo già parlato delle escursioni in fuoristrada di Saranda Jeep, ricordate? >> Saranda e dintorni in Jeep, scoprire l’autentica bellezza dell’Albania
Siccome l’idea mi aveva stuzzicato un bel po’, ho voluto tastare con mano ed è stata una gran bella esperienza!
Saranda, attualmente, è la città d’Albania più strutturata dal punto di vista del turismo, adatta ad accogliere grandi flussi di persone e ben organizzata per intrattenere e far divertire i turisti. Ha delle spiagge stupende, ristoranti, locali e tantissimi hotel moderni e dotati di tutti i comfort, dalla piscina ai lettini in spiaggia con tanto di beach bar. Tuttavia non ho mai avuto una grande passione per Saranda; ci sono stata alcune volte, ma tra noi non è mai nato quel feeling che ho invece con altre città come ad esempio Korça o Tirana. Mai fino ad una settimana fa.
É successo così che in una giornata con un cielo che non prometteva niente di buono, ci siamo coraggiosamente avventurati in territori che, senza un fuoristrada e soprattutto senza la guida esperta di Arber, non avremmo mai potuto scoprire. Non è stato solo divertimento da off-road, abbiamo anche visitato quelle zone come il Blue Eye e Porto Palermo che fanno parte degli imperdibili per chi decide di trascorrere le proprie vacanze nel sud Albania.
Ma andiamo per ordine.
Partenza alle 9 del mattino, dopo un bel risveglio fronte mare di quelli che fanno bene all’anima e ad una ghiotta colazione internazionale. Già il percorrere lentamente le strade di Saranda ascoltando i racconti di Arber, ha fatto sì che potessi iniziare a vedere questa città brulicante di edifici, sotto un’ottica differente. Certo, i palazzi ci sono e sono stati purtroppo costruiti senza alcuna logica in un periodo di feroce espansione e speculazione edilizia, ma tra i vicoli si nascondono ancora tracce di quel passato rurale che ha caratterizzato Saranda per decenni. Con l’attenzione puntata su qualche costruzione pre-comunismo, sui resti della sinagoga, su un bunker in mezzo alla città e sulle gradinate del periodo della dittatura, ho ricostruito i tasselli mancanti di questa città che, vista dall’alto, è una chiazza bianca tra il blu del mare e il verde delle colline circostanti.
E sono proprio le colline alle spalle di Saranda il primo posto che abbiamo visitato, salendo nel pressi del castello di Lëkursi, antica fortezza costruita dal Sultano Solimano detto il Magnifico poiché portò, nella prima parte del 1500, l’Impero Ottomano al suo massimo splendore. Oggi del castello rimane ben poco, è stato infatti trasformato in un ristorante perdendo quasi del tutto il suo fascino, tuttavia poco più in basso del castello vi è un faro, ed è lì che abbiamo fatto la nostra prima sosta.
Da questo punto la visuale è stupenda, anche in una giornata con grandi nuvoloni grigi. A destra il golfo di Saranda in tutta la sua estensione, sotto le spiagge più belle e una schiera di hotel a 4 stelle, di fronte Corfu e a sinistra il lago di Butrinti e il lembo di terra che conduce a Ksamil.
Attraverso i campi dei dintorni di Saranda
Lasciata la collina di Lëkursi e ripercorrendo il tragitto verso la strada principale, la nostra attenzione si è spostata sul versante destro dove tra campi coltivati, pascoli e semplici case di contadini e pastori, spicca il fiume Bistricë dalle acque verdi e trasparenti, fonte di irrigazione e potenziale risorsa idrica non utilizzata. É in questi campi che abbiamo fatto il primo off road serio; un tratto di circa 15 minuti reso ancora più eccitante dal cospicuo fango creato dal maltempo di quei giorni. L’abilità di Arber e la sua profonda conoscenza della zona e del terreno ci ha permesso di goderci il divertimento in tutta sicurezza e serenità!
Guarda il video dell’offroad!
Usciti dal percorso offroad, abbiamo imboccato la strada che porta al Blue Eye, la sorgente dell’Occhio Blu, dove eravamo già stati due anni fa. Lo ricordavo come un luogo magico, al limite tra sogno e realtà e quest’ultima visita ha confermato e rinforzato il mio ricordo. Il Blue Eye è una sorgente naturale perenne la cui acqua sgorga da una profondità che non è ancora stata determinata nonostante le diverse immersioni fatte negli anni. Le pareti del “buco” da cui sgorga l’acqua sono di roccia calcarea, chiara e lucida; per questo motivo l’acqua, purissima, assume un colore così vivo e luccicante. Tutto intorno un’esplosione di vegetazione; altissimi alberi ricoperti di foglie e invasi da altre piante rampicanti, come se lo spazio non bastasse! Foglie gigantesche, libellule blu e un’aria la cui limpidezza è fortemente percepibile.
Questo luogo in piena stagione è letteralmente invaso di turisti che arrivano in massa, spesso a bordo di autobus, rendendo quasi impossibile la permanenza. Per evitare questo inconveniente, il tour di Saranda Jeep prevede la visita al Blue Eye come una delle ultime tappe della giornata, quando cioè buona parte dei gruppi sono già andati via e si può sostare comodamente. Una piccola accortezza che però può fare una grande differenza!
La cucina di Saranda e della riviera è una deliziosa esperienza!
Lasciata la sorgente dell’occhio blu, ci siamo diretti verso la costa e, grazie ad un attimo di clemenza del cielo, abbiamo potuto scoprire le Jeep, almeno per il tempo di fare qualche foto e di raggiungere Piqeras, località situata tra la spiaggia di Lukovë e quella di Borsh. Si tratta di un piccolo villaggio attraversato dalla statale le cui case hanno la fortuna di godere di una visuale favolosa su una distesa di ulivi che arriva fino alla spiaggia.
Ad attenderci al nostro arrivo una tavola imbandita con piatti della cucina tipica della zona a base di pesce fresco e verdure di stagione, il tutto condito da una meravigliosa vista mare e dall’accoglienza di una giovane famiglia che ci ha aperto le porte della propria casa. Orata alla griglia, polipo con pomodoro e verdure, salce kosi, djath i bardhe (il tipico formaggio bianco albanese), insalata greca, peperoni arrostiti, gamberetti freschi fritti, una freschissima insalata di spinaci teneri crudi e frutta conditi con una salsina a base di yogurt e vino bianco casalingo.
Attenzione a questo punto perché si tratta di una vera e propria chicca; una di quelle situazioni autentiche e sincere che si possono trovare solo in posti ancora non soffocati dal turismo di massa e dove l’accoglienza e il desiderio di far sentire bene l’ospite, sono di estrema importanza.
Un temporale intenso, oltre ad aver fatto correre Arber a chiudere la copertura della Jeep, ci ha tenuti a tavola più del previsto, non che la cosa ci dispiacesse! Terminata la pioggia abbiamo ripreso la marcia verso la grande spiaggia di Borsh, caratterizzata dall’aspetto selvaggio e dal mare cristallino i cui colori, grazie al temporale appena passato, spiccavano ancora più del solito. Passare sulla spiaggia con la jeep è un’esperienza che mi mancava!
Ovviamente se ci fosse stato un bel sole ci saremmo fermati per un bagno e per goderci un po’ di tepore estivo, ma purtroppo il tempo non ha fatto altro che peggiorare, costringendo Arber a modificare l’itinerario saltando la visita a Himara e alla spiaggia di Llaman, dove comunque siamo passati, per fermarci invece al castello di Ali Pashe Tepelena a Porto Palermo, un luogo con una storia incredibile.
A raccontarcela è stato il custode del castello, svelandoci aneddoti e colorendo il racconto con scenette dove io ero Vasiliqia, la terza moglie di Ali Pashe nonchè la prediletta, Angelo ovviamente era il Pasha e Arber prima una poi l’altra guardia, a seconda della situazione!
Stanchi ma piacevolmente soddisfatti, abbiamo fatto rientro a Saranda nel tardo pomeriggio dando alla giornata, ad Arber e all’organizzazione di Saranda Jeep un bel 10 e lode. Indubbiamente un’esperienza da provare!
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