A Krujë e Berat abbiamo trascorso un giorno e una notte ciascuna.
Il nostro on the road nei Balcani occidentali, infatti, ci ha visti macinare chilometri per le strade albanesi per quasi 10 giorni.
Tralasciando le famose spiagge del sud, ci siamo dedicati per lo più all’interno del Paese.
Abbiamo toccato il mare solo per tre giorni nei pressi di Durazzo.
Dopo l’amata (e caotica) Scutari, quindi, abbiamo deciso di visitare queste due cittadine albanesi considerate due gioiellini medioevali.
KRUJË e BERAT
Ormai abituati al traffico di Scutari, al rumore dei clacson e al continuo via vai di persone sulla Rruga Kolë Idromeno, i castelli di Krujë e Berat ci hanno stupiti per la loro silenziosa pace.
Se di Scutari ci siamo innamorati grazie alla sua contagiosa vivacità, le due cittadine albanesi ci hanno affascinati per la loro storia ancora palpabile.
La semplice bellezza del castello di Krujë e l’austero panorama della fortezza di Berat, ci hanno aiutati a scoprire un altro lato di questa affascinante Nazione e del suo popolo.
La timida e gentile accoglienza delle persone che abbiamo incontrato a Krujë e a Berat ci ha mostrato la bellezza, la generosità e la fierezza di questo popolo.
Qui tutti sono pronti ad accoglierti come vecchi amici a casa loro. Qui tutti sono disposti a regalarti un sorriso e un racconto, senza mai farti sentire davvero un estraneo.
KRUJË E IL SUO TENACE CASTELLO
A meno di un’ora da Tirana, Krujë, con il suo antico castello, svetta ai piedi dell’omonima montagna, a 600 metri d’altezza.
UN PO’ DI STORIA
Il castello di Krujë fu costruito tra il IV e il V secolo d.C. e, grazie agli ampliamenti successivi, divenne nel XII secolo un centro delle guarnigioni bizantine.
Per tutto il ‘400 il Castello di Krujë fu uno dei centri di maggior resistenza contro l’avanzata dei turchi.
Il Castello, oggi, ospita il Museo Nazionale Giorgio Castriota Scanderbeg dedicato, appunto, a Scanderberg, l’eroe nazionale albanese che conquistò la città, liberandola dai turchi.
«Non fui io a portarvi la libertà, ma la trovai qui, in mezzo a voi» si dice abbia affermato l’eroe proprio dopo aver liberato la città.
Simbolo della resistenza albanese, il castello di Krujë è una delle cittadelle meglio conservate di tutto il Paese.
DUE PASSI PER KRUJË
La cittadella oltre al Museo dedicato all’eroe nazionale albanese, ospita un bellissimo Museo Etnografico.
Qui, nell’abitazione appartenuta alla famiglia Toptani, è possibile tornare indietro nel tempo.
Appena varcata la soglia di questo edificio i tempi passati sembrano tornare.
Le stanze sono arredate come lo erano una volta e gli oggetti, gli abiti e il panorama che si intravede dalle finestre, aiutano a conoscere la storia di questa città.
Uscendo dal Museo, si continua a vivere in quest’atmosfera mista tra sogno e realtà.
La cittadella, infatti, oltre alla zona ovest ancora abitabile, mostra ancora i segni di un antico ed epico passato.
I resti delle antiche abitazioni sono ancora visibili tra il Museo Nazionale Giorgio Castriota Scanderbeg e quello Etnografico. Una delle torri si staglia ancora gloriosa davanti ad un panorama mozzafiato e, camminando, si possono incontrare un hamam e alcune tekkè, luoghi di culto e di preghiera bektashiani.
Uscendo dall’antico castello ci si ritrova nel bazar.
Nonostante moltissimi articoli turistici, si notano ancora gli importanti lavori di artigianato famosi da sempre nella zona.
Nelle botteghe si continua a lavorare il rame, la lana e il legno.
Camminando tra i colori e i suoni del bazar non si smette di sognare un passato che qui non è ancora troppo lontano.
UN TRAMONTO A KRUJË
Krujë, tra le montagne e circondata da una macchia verde, sorge in una posizione strategica, affacciata sulla pianura di Tirana, rivolta verso l’Adriatico.
Lasciate andare via i turisti nel tardo pomeriggio e tornate al castello.
Sedetevi sotto la torre, magari con una birra Tirana, e godetevi uno dei migliori tramonti che il Paese delle Aquile possa regalarvi.
BERAT
La leggenda narra che i giganti Tomor e Shpirag, da cui derivano i nomi delle montagne che sovrastano la città, innamorati della bella Berat, si fecero guerra fino alla morte.
La giovane fanciulla pianse così tanto sui corpi dei due che diede vita al fiume Osum, trasformandosi a sua volta nella collina che oggi ospita la fortezza.
UN PO’ DI STORIA
Berat è una delle più antiche città albanesi, fondata nel IV secolo a.C. dagli Illiri.
Nel 1385 Berat fu conquistata dagli ottomani e qui, anche la grandezza di Scanderberg non ne potè nulla: nel 1455, infatti, fallì nel suo tentativo di riconquista.
DUE PASSI PER BERAT
Arrivando a Berat non puoi fare a meno di notare la bellezza e la quantità delle finestre della città. Queste spiccano sullo sfondo bianco delle abitazioni tipiche che si affacciano sul fiume Osum.
La città è conosciuta, infatti, come “la città dalle mille finestre”, a giustissima ragione, anche se questo appellativo sembra essere un errore che si tramanda da tempo poiché quello esatto è: “la città dalle finestre affiancate”. Il disguido pare sia dovuto ad una cattiva traduzione della definizione originale albanese che è “Qyteti i një mbi një dritareve” che suona ugualmente a” Qyteti i një mijë e një dritareve” (Grazie a Esmerilda Qalliu per la gentile spiegazione!).
Berat, come molte delle città balcaniche, nella sua storia ha visto intrecciarsi storie e culture diverse, ognuna delle quali ha dato il suo contributo nella creazione della bellezza dei suoi luoghi.
La città si estende in tre quartieri principali.
KALA
Kala è la cittadella. L’ingresso costa 100 lek, meno di un’euro ma non si paga tutto l’anno, soltanto durante il periodo estivo.
La salita per arrivarci è faticosissima e il lastricato bianco non aiuta di certo neanche in discesa, ma salire sin lassù, ne vale la pena.
Passeggiare nei vicoli, tra le vecchie case di pietra, scontrando di tanto in tanto i panni stesi vi riporterà, anche qui, indietro nel tempo.
Nonostante troppo spesso l’incuria e la sporcizia del castello vi farà arrabbiare, la fortezza, Patrimonio dell’umanità UNESCO, ha un che di magico in quel suo incredibile silenzio.
Le tante Chiese che pullulano tra le mura cittadine sono sempre chiuse, lasciando un po’ l’amaro in bocca, ma quando arriverete al belvedere ve ne dimenticherete, almeno per un po’!
Berat dall’alto è meravigliosa e la leggenda dei giganti ritorna in mente.
MANGALEMI
Mangalemi è il quartiere musulmano della città e si estende proprio sotto al castello.
Da qui parte la temibile salita per raggiungere la fortezza.
Tre sono le mosche che incontrerete: la Mosche dal Sultano, la Moschea di Piombo e la Mosche degli Scapoli.
Vicino alla prima Moschea sorge anche l’antica Tekké. Questa, infatti, era la zona principale della città durante il Medioevo.
GORICA
Sull’altra sponda del fiume Osum si sviluppa la parte ortodossa della città.
Si raggiunge attraverso un ponte alla fine della lunga strada pedonale.
Qui sorge il Monastero di San Spiridone.
UNA SERATA A BERAT
Scesi dal castello e dopo aver visitato gli altri due quartieri di Berat, vi accorgerete che qui le diverse culture non solo convivono fianco a fianco, ma quasi si mescolano.
La Cattedrale ortodossa di San Demetrio, a pochi passi dalla Mosche di Piombo e da quella del Sultano, si trova nel pieno del quartiere musulmano di Berat, arricchendolo di una bellezza architettonica e dimostrando l’armonia della convivenza.
A questo punto, dirigetevi verso la grande strada pedonale per scoprire un altro lato di questa città.
Qui trovere una Berat che non vi sareste mai immaginati.
La via pedonale intorno alle 18 si riempie di gente e i suoi numerosi bar si affollano, diventando luogo di ritrovo per giovani e anziani.
Di fronte a voi, nel Parco, vedrete frotte di pensionati accalcarsi sulle panchine, tutti quanti con una scacchiera in mano: che le scommesse abbiano inizio!
Aspettate il buio prima di rincasare. Dopo cena godetevi ancora una volta Berat, questa volta nel silenzio, alla luce delle sue mille finestre.
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