Il nostro primo piede in terra albanese lo abbiamo appoggiato a Scutari, quarta tappa di un viaggio on the road che ci ha visto attraversare sei Nazioni dei Balcani occidentali: Slovenia, Croazia, Bosnia, Montenegro, Albania e Macedonia.
Dopo aver passato la frontiera con il Montenegro, ci aspettavamo di dover cominciare subito a guidare tra macchine lanciate a tutta velocità, sorpassi folli e auto in contromano. Avevamo letto per mesi della famosa guida albanese, eravamo pronti al peggio e, invece, niente!
Solamente quando siamo entrati in città abbiamo capito.
Quello che ci avrebbe aspettato per il resto della nostra permanenza in Albania, si palesava davanti a noi.
Ingorghi. Persone che guidano la bici in contromano. Cani randagi che mangiano in mezzo ad una rotonda. Signore che vendono dhalle (una bevanda a base di yogurt) ai bordi delle strade.
Non siamo mai riusciti a capire perché in quel pezzo di strada che va dalla frontiera al centro di Scutari non ci fosse nessuno, ma possiamo confermarvi che in Albania troverete code ed intasamenti in ogni centro cittadino. Possiamo, però, assicurarvi che ogni minuto in più che passerete in macchina, aspettando di arrivare a quell’agognata rotonda ed uscire dalla città, saranno attimi che non vi dimenticherete mai! Guardatevi intorno, non smettete di farlo (anche perché da qualche parte uscirà una Mercedes pronta a superarvi!) e appuntatevi le mille cose buffe che vedrete. Galline che litigano, asini che aspettano i padroni, signori che giocano a scacchi…!
L’Albania ci ha accolti così e noi ce ne siamo innamorati.
La città di Scutari ha ben tre nomi. Oltre a quello italiano, in albanese viene chiamata Shkodra o Shkodër. Chi, come e perché la chiama in un modo e chi un altro, non lo abbiamo capito!
La città sorge vicino alle sponde del più grande lago della penisola balcanica (omonimo alla città), vicino a tre fiumi: il Drin, il Buna e il Kir.
Scutari è da sempre considerata la “capitale della cultura albanese“. Un tempo capitale dell’Illiria, venne conquistata dai romani nel 168 a.c.. Dopo essere passata nelle mani degli slavi, dei veneziani e degli ottomani, essere stata attaccata dai montenegrini, conquistata dagli austriaci e occupata dai fascisti italiani, Scutari negli anni ’90 è una delle prime città albanesi a dimostrare contro il regime comunista.
La storia travagliata di questa città la si vede nelle architetture, nella modernità di alcuni punti e nell’arretratezza di altri.
Ma l’impatto con tutte queste culture diverse lo si vede negli imponenti edifici di culto, nella suggestiva confusione delle vie dello “shopping”, nella moltitudine di colori del mercato, nei sorrisi di chi vende carne e pesce appoggiato ad un muretto, mentre cerchi di fotografarlo, senza farti vedere.
Dopo Scutari abbiamo visitato altre bellissime città albanesi, ma nessuna di queste ci ha colpito così profondamente.
Nel caldo asfissiante della metà di Agosto, tra una birra nella Rruga Kolë Idromeno, la via pedonale costellata di bar, e una carpa alla griglia sulle rive del lago, a Shirokë, ci siamo innamorati di questa grande città albanese.
Scutari è vera. Non è Durazzo con i suoi turisti giornalieri che vanno e vengono, in attesa dei traghetti. Non è Berat con i suoi vicoletti bianchi e neanche Krujë con il suo bel bazar. Scutari non è il sud dalle spiagge affollate, Scutari è l’Albania, quella pura, quella che non ti aspetti!
COSA FARE A SCUTARI
A Scutari città non c’è molto da fare. Due o tre notti, come abbiamo fatto noi, sono più che sufficienti per visitarla e capirla. Forse, come noi, anche per innamorarvene e per volerci tornare, anche senza sapere il perché.
La città, però, è, comunque, un ottimo punto di partenza per muoversi nei dintorni. Nel raggio di poco meno di 50 km si passa dalle spiagge dell’Adriatico ai monti delle Alpi dinariche.
COSA VEDERE, ATTRAZIONI PRINCIPALI DI SCUTARI
Castello di Rozafa: la leggenda vuole che Rozafa sia la moglie del più giovane dei fratelli che avevano costruito il castello. Si dice che la donna sia sepolta nelle fondamenta del castello e che lo sostenga. Da qui si gode un panorama incredibile e se sarete lì all’ora del canto del Muezzin, potrete sentire il richiamo alla preghiera dell’intera valle: un’emozione unica.
Museo di Storia di Scutari: si trova in un edificio tradizionale, dove sono conservati oggetti di ogni aspetto tradizionale della vita dell’epoche passate.
Ponte di mezzo: a 15 minuti dalla città, è l’unico ponte sopravvissuto dei tre che attraversavano il fiume Kir.
Cattedrale della natività di Gesù: un’imponente Chiesa ortodossa.
Chiesa di San Francesco e Cattedrale di Santo Stefano: due maestosi edifici di culto.
Moschea Ebu Beker: è in assoluto una delle più grandi moschee visitate durante il nostro viaggio.
Isola di Shurdhah: si trova a 35 km da Scutari. Sull’isola sono presenti i resti di un antico castello romano, adibito a residenza dalla famiglia albanese dei Dugagjini.
COSA MANGIARE A SCUTARI
Vi sembrerà strano, ma per più di un’ora, la prima sera, abbiamo girato ala ricerca di un posto dove fermarci a mangiare. Oltre alla pizza e a qualche posto super turistico dove preparano cibo tipico albanese che assomiglia più a quello greco, sembra che nessuno mangi. A qualsiasi ora del giorno i bar sono pieni zeppi di persone che bevono. Bevono qualsiasi cosa, dal dhalle, al caffè, dai succhi di frutta, alle bibite energetiche, fino all’ottima raki.
Ma visto che di raki non ci si sfama, o almeno noi non ci saziamo, vi consiglio di andare verso Shirokë. Fermatevi in uno dei tanti ristoranti sulla riva e assaggiate un bel piatto di carpa o anguilla alla griglia accompagnato con l’ottimo pane di mais albanese (se sopra ci fate mettere del formaggio, è ancora più buono!).
Pingback: TRE CITTÀ DA VISITARE IN ALBANIA - Viaggi che mangi
Pingback: Vacanze a Durazzo: cosa fare e dove andare al mare - Viaggi che mangi
Pingback: Dove andare in vacanza: tre mete per il 2018 - Viaggi che mangi
Pingback: Viaggio tra gli 11 mercati coperti più belli d'Europa - Viaggi che mangi