
In Italia esistono comunità albanesi che hanno custodito alcuni aspetti linguistici delle loro radici, ma non solo. E si trovano in un’area molto vasta e ben precisa del nostro Paese, dove si sono stanziati da secoli. Sono gli arbëreshë e sono un mondo tutto da scoprire. A guidarci nella conoscenza di questi gruppi è Arbër Agalliu, giornalista albanese che da anni si occupa (anche) di raccontarli.
Intervista a Arbër Agalliu: tutto sulle comunità arbëreshë
Chi sono gli arbëreshë? Qual è stato il periodo della migrazione e qual è stata la ragione che li ha portati a stanziarsi nell’Italia meridionale e peninsulare?
Gli arbëreshë sono le minoranze linguistiche albanesi che si trovano in sette regioni d’Italia. Dal centro fino al sud, partendo da Villa Badessa (frazione in Abruzzo) fino ad arrivare a Piana degli Albanesi (in provincia di Palermo). Sono collocate in Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia. Possiamo definirli gli albanesi che trovarono rifugio in Italia dopo l’invasione ottomana dei Balcani .
Infatti con la caduta di Kruja, la morte di Scanderbeg, eroe nazionale albanese e figura di spicco della storia arbëreshë, e con la caduta della città di Scutari nel nord dell’Albania (1479) , cominciò questo esodo verso i territori del sud Italia. Nello specifico si trattava di quelle zone che gli aragonesi, nella maggior parte dei casi, avevano donato a Scanderbeg e ai suoi uomini.
E le comunità che si sono formate hanno mantenuto lingua, usi, costumi, rito religioso greco bizantino per tutti questi secoli. Tutt’ora parlano un albanese antico, con influenze dei dialetti locali. C’è anche una legge che li tutela ed è la 482 del 1999. Una norma redatta non solo a favore degli arbëreshë, ma di tutte le minoranze linguistiche storiche in Italia.

Dove si trovano e quali sono le comunità e i gruppi più grandi?
Si trovano in sette regioni d’Italia e le comunità albanesi più grandi sono tre. Piana degli Albanesi, in provincia di Palermo, che conta circa 4mila abitanti. San Marzano di San Giuseppe nel tarantino: gli abitanti sono molti di più e sono stati maggiormente “contaminati”, quindi stanno perdendo più velocemente la lingua. Va aggiunto Spezzano Albanese (Calabria), tra i centri più grandi e – quindi – più esposto al rischio di perdita delle tradizioni.
E poi ci sono alcuni nuclei interessanti, come Acqua Formosa, Firmo e Lungro che si trovano veramente vicinissimi tra di loro. Siamo sempre in Calabria, dove si trova il più alto numero di comunità arbëreshë, soprattutto nella provincia di Cosenza.
Cultura, tradizioni, enogastronomia: quali sono gli aspetti più interessanti che hanno mantenuto dell’Albania? E, invece, tutto il loro bagaglio culturale si è in qualche modo mescolato con quello locale creando dei mix unici?
Se oggi un albanese va alla ricerca dei termini più datati e obsoleti della sua lingua può comunicare con gli arbëreshë. Ed è più facile per lui capirli, che il contrario, dal momento che il vocabolario si è evoluto nel tempo.
Comunque, si può comunicare, infatti molti termini sono rimasti identici. Come le parole legate ad animali, frutta e verdura. Per capire quali, però, dobbiamo provare a catapultarci nel periodo storico in cui si sono spostati e fare riferimento a quello che era nel 1400 il mondo degli arbëreshë.
Così si possono trovare il termine casa, quelli per i mezzi e gli attrezzi che usavano nella vita quotidiana, ma non le parole moderne.
Inoltre hanno mantenuto alcuni piatti simili. Ad esempio, un tipo di pasta che si fa nelle comunità del cosentino e un’altra ricetta che si cucina a Piana degli Albanesi. Entrambe si trovano anche in Albania. Inoltre, sono state conservate le tradizioni legate alla fede, come la Settimana Grande che fa riferimento alle festività pasquali.
È interessante anche ricordare come le comunità arbëreshë hanno custodito lingua, usi, costumi e riti religiosi. Infatti qualche gruppo potrebbe aver mantenuto un aspetto, ma averne persi altri.
Ma va sottolineato che, a differenza di altre minoranze linguistiche, loro non sono di frontiera e non hanno nessun contatto con la terra d’origine. Il loro è un po’, come lo chiamava Pasolini, “un miracolo antropologico” e credo che sia unico in tutta Europa.

Qual è la loro storia? Sono arrivati solo in Italia?
Gli arbëreshë hanno una storia bellissima, perché hanno vissuto un doppio processo migratorio.
Il primo, come detto, è avvenuto alla fine del Quattrocento partendo dall’Albania per rifugiarsi in Italia. Poi un secondo è avvenuto a cavallo tra l’Ottocento e il Novecento. Ma anche alla fine della Seconda guerra mondiale quando – ormai integrati e italiani – hanno superato l’Atlantico per raggiungere le Americhe.
Una delle più grandi comunità si trova in Argentina dove vengono etichettati – giustamente – come italiani. E di fatto lo sono. Si tratta di gruppi arbëreshë, che sono italiani e sono – ad esempio – anche calabresi, con un bagaglio culturale che è enorme e fantastico.
Per chi voglia entrare in contatto con la cultura e le usanze arbëreshë quali sono le tappe migliori?
Chi si vuole avvicinare al mondo arbëreshë lo può fare con una facilità estrema. A partire dal web, quindi in una maniera molto più semplice di come ho iniziato a fare io circa 15 anni fa.
Inoltre, ci sono comunità facilmente raggiungibili per chi le vuole incontrare e vivere nel quotidiano. A 24 chilometri da Palermo si trova un angolo di Albania. Qui si sente parlare un albanese influenzato dai dialetti locali, si vedono esposte bandiere dell’Albania e si mangia il miglior cannolo siciliano al mondo.
Ma la stessa cosa si può fare in Calabria: si viaggia in aereo fino a Lamezia Terme, per poi raggiungere le comunità arbëreshë. E poi si può andare in Puglia, nell’alto foggiano, e visitare Casalvecchio di Puglia e Chieuti. Mentre al confine con il Molise si incontrano CampoMarino, Portocannone, Ururi, Montecilfone… insomma sono veramente tante le comunità.
Ci sono diversi personaggi famosi che sono arbëreshë. Tra gli attori – ad esempio – ci sono Danny De Vito e Robert De Niro. Quest’ultimo ha spiegato che i suoi avi erano di origine albanese: albanesi in Italia, quindi arbëreshë.
Altri personaggi di spicco sono stati dei politici. Come Antonio Gramsci: gli avi del papà erano di origine arbëreshë. E va ricordato anche Francesco Crispi, che è stato uno degli ideatori della spedizione dei mille con Garibaldi e più volte presidente del Consiglio.

