Il Capodanno albanese, una festa piena di significato

Piazza Skanderbeg, Natale Tirana

Festeggiare il Capodanno in una delle principali città dell’Albania come Tirana, Durazzo, Korça, Valona o Scutari, è un’esperienza indimenticabile!

Gli albanesi amano particolarmente questa festa, anzi, possiamo dire che è la festa più attesa e sentita dell’anno.

Il Capodanno in Albania è una festa che racchiude un importante significato; non è soltanto un’occasione per divertirsi, per stare insieme, per salutare l’anno appena trascorso e accogliere quello nuovo. Per il popolo albanese il Capodanno è molto di più e per farvi comprendere il significato devo fare un passo indietro nella storia.

Siamo nel 1967, l’Albania è governata dal regime comunista da ormai 20 anni e si è via via sempre più isolata dal mondo occidentale, stringendo rapporti economici e politici solo con paesi come la Cina e l’Unione Sovietica. Le misure restrittive adottate dal dittatore Enver Hoxha ai danni di chiunque possa costruire una minaccia, anche solo ipotetica, al regime, sono tra le più crudeli e efferate della storia dell’Umanità.

Capodanno in Albania_sala del Bunk'art 2 dove sono esposte immagini di uccisioni di albanesi che tentavano la fuga dai confini durane il comunismo
Sala del Bunk’art 2 dove sono esposte immagini di uccisioni di albanesi che tentavano la fuga dai confini durane il comunismo

In questo clima di terrore, chiusura e povertà, neanche le diverse rappresentanze religiose vengono risparmiate, anzi, il culto religioso, che sia cattolico, ortodosso o musulmano, viene bandito. Chiese, moschee e cattedrali vengono rase al suolo o utilizzate per altri scopi non religiosi, come depositi di armi, uffici governativi e altro, gli esponenti delle varie religioni vengono espulsi se non addirittura uccisi. Da questo momento l’Albania si autoproclama il primo stato ateo al mondo. Le ricorrenze religiose sono cancellate dal calendario, si stabiliscono pesanti pene di detenzione a chiunque venga sorpreso a fare «propaganda religiosa e produzione, distribuzione e conservazione di letteratura religiosa» e i bambini iniziano ad essere educati come atei.

Capodanno in Albania_Resti del monastero di San Teodoro, nei pressi del Canyon di Gjipe
Resti del monastero di San Teodoro, nei pressi del Canyon di Gjipe

Da questo momento non esiste più il Natale, la Pasqua – nè cattolica nè ortodossa – il Bayram e qualsiasi altra celebrazione religiosa. Non esistono più le uova di Pasqua, l’albero di Natale, il presepe, persino Babbo Natale non esiste più. 

Ma non è con la forza e la repressione che si priva l’anima di un suo bisogno fondamentale e così succede che l’albero di Natale diventa l’Albero di Capodanno, presente in ogni casa fin dai primi giorni di dicembre e addobbato con decorazioni fatte a mano e frutti, Babbo Natale diventa Babbo Capodanno (Babagjyshi i Vitit të Ri), ha la barba bianca, un bastone, una lunga veste e alla mezzanotte porta i doni ai più piccoli mentre gli adulti si scambiano degli umili regali.

Capodanno in Albania_Il Babbo di Capodanno era un vecchio con il sorriso buono, la barba, un bastone e un cappotto ogni anno di un colore diverso
Statuetta del Babbo di Capodanno, fonte http://perqasje.com

La natività di Cristo perde dunque il suo valore originario sotto gli occhi del dittatore ma rimane nel cuore delle persone; c’è infatti chi, al sicuro tra le proprie mura, continua a celebrare il Santo Natale anche se in modo silenzioso e riservato. C’è addirittura chi non vuole rinunciare al presepe; è questa la toccante e al tempo stesso romantica storia di nonna Pia, un’italiana d’Albania trasferitasi a Tirana per amore negli anni ’20 e che negli anni ’60, di ritorno da un viaggio in Italia dove si era recata a trovare la sua famiglia d’origine, è riuscita a introdurre in Albania il suo presepe sfidando i severissimi controlli delle autorità.

Oggi ovviamente non è più così, con la caduta del regime, nel 1990, non solo ognuno è tornato libero di professare la propria fede religiosa, ma il paese si è riaperto al mondo, è iniziata una forte emigrazione che ha riportato in vita vecchie tradizioni e ne ha portate delle nuove.

Il Natale è tornato al suo posto e i festeggiamenti abbondano, ma il Capodanno rimane una festa molto, molto attesa anche perchè unisce tutti: cristiani cattolici, cristiani ortodossi, musulmani e atei.

Capodanno in Albania_albero in piazza Skanderbeg

Ma come si festeggia oggi il Capodanno in Albania?

Il cenone con le persone più care è il pezzo forte della serata; i preparativi iniziano alcuni giorni prima e i piatti della tradizione locale, come il tacchino e diversi dolci tipici, abbondano sulle tavole. La famiglia si riunisce; l’allegria, il calore e i valori umani riempiono la casa e i cuori.

Dopo la mezzanotte i giovani escono per proseguire i festeggiamenti, fino alle prime luci del mattino.

Tirana, la capitale, è una delle mete più ambite per il Capodanno con la sua moltitudine di locali e club che organizzano feste e serate a tema. E poi ci sono i fuochi d’artificio e, come potrete immaginare, gli albanesi non fanno di certo economia sui botti di capodanno! Il cielo di Tirana si illumina a giorno e i botti risuonano per tutta la notte.

Sempre a Tirana è tradizione aspettare la mezzanotte in piazza Skanderbeg dove è già stato allestito ed addobbato un gigantesco albero artificiale, un luminosissimo luna park con stand gastronomici e le classiche casette di legno dei mercatini natalizi.